Pompei è uguale ad ogni altra città.
La stessa antica umanità.
Che si sia vivi o morti non fa differenza.
Pompei è un sermone incoraggiante.
Amo più Pompei che Parigi.
La stessa antica umanità.
Che si sia vivi o morti non fa differenza.
Pompei è un sermone incoraggiante.
Amo più Pompei che Parigi.
Herman Melville
È il 24 Agosto del 79 d.C., Pompei ed Ercolano si sono da
poco risvegliate; le loro strade brulicano di persone pronte ad affrontare il
nuovo giorno e nessuno sospetta di ciò che sta per accadere. All’improvviso un inaudito boato
proveniente dal Vesuvio scuote le zone circostanti: gas, ceneri, lapilli e
pomici seguono repentini, cominciando a cadere sulle città poste alle sue
pendici.
In pochissimo tempo ogni cosa viene seppellita sotto spessi strati di materiale eruttivo. Alcune persone provano a mettersi
in fuga, altri – invece – pensano di trovare riparo rifugiandosi nelle cantine delle
proprie abitazioni, altri ancora tentano di raggiungere il mare; per la maggior
parte di loro però non c’è alcuna via di fuga: le acque cominciano a ribollire, le
barche a colare a picco, tutto intorno sembra essere inghiottito dalla spessa coltre
di cenere, gas e lava.
Questo episodio, notoriamente conosciuto come la più grande
eruzione del Vesuvio, costò la vita a più di 2000 persone;
oggi Pompei non è altro che un promemoria di quel giorno, il racconto di una città morta, ma che - nonostante ciò - sembra custodire la vita in ogni suo anfratto. Si, perché la stessa furia distruttiva
che spazzò via tantissime vite innocenti, ha poi preservato le loro storie nel corso degli
anni, permettendoci di conoscerle ancora oggi.
Passeggiando tra le sue rovine sono visibili i segni delle
vite comuni che la popolavano, di ricchi e poveri, anziani o bambini; l’eruzione
non fece discriminazioni di ceti o di età, ma travolse tutti indistintamente. Oggi,
durante la sua visita, è possibile incontrare – intatti - i corpi di coloro i
quali furono sorpresi nel sonno, quelli strazianti delle madri che cercavano di
proteggere i propri figli facendogli scudo con i loro corpi, dei giovani amanti
che affrontarono quegli ultimi istanti mano nella mano.
Oggi questi scavi – avviati da Carlo III di Borbone –
rientrano a pieno titolo tra i patrimoni dell’UNESCO e – stando alle stime – si
costituiscono come il secondo sito archeologico più visitato al mondo; per
questo è da considerarsi come una delle esperienze culturali – e non solo – da
non perdere. Oltre agli abitanti di Pompei, oggi gli scavi custodiscono anche
gli strumenti e i luoghi del loro passaggio: molte abitazioni tipiche per la
villeggiatura (come la Casa del Fauno o la Casa del Chirurgo) dotate di zone
termali, il suo bellissimo Foro, i panifici con i loro forni e le loro macine
tutt’oggi presenti, i famosi Termopoli adibiti alla vendita alimentare, i cui
prodotti venivano minuziosamente conservati nei dolia e ancora il teatro, i bagni,
le numerose botteghe e i suoi templi.
Il mio consiglio è quello di affidarsi ad una guida per
poter scoprire tutto ciò che c’è da sapere in maniera approfondita e – sicuramente
– più attendibile, apprezzandone così ogni minimo particolare. Gli scavi sono
aperti tutti i giorni(ad eccezione del 1/1 – 1/5 – 25/12), dalle ore
9.00 alle ore 19.30 per il periodo che va dal 1 Aprile al 31 Ottobre e dalle
ore 9.00 alle ore 17 dal 1 Novembre al 31 Marzo; il biglietto di ingresso ha un
costo di 13 €
o, in alternativa, potrai acquistare un ticket dalla validità di 3 giorni al
costo di 22 €
e approfittarne per visitare anche Ercolano e le altre zone archeologiche poco
distanti. Alcune volte vengono organizzati anche dei tour serali davvero molto suggestivi durante i quali gli scavi si illuminano magicamente.
Per questa volta è tutto…
…Alla prossima avventura!!!